Dottor Lorenzo Corsi - Biologo Nutrizionista
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Peso e intolleranze alimentari
L'obiettivo di questo scritto è quello di individuare, se esiste,
una relazione fra obesità e intolleranze alimentari.
Non
si
occupa
di
discutere
la
loro
generale
veridicità
e
non
mette
in
discussione
il
loro
potenziale
ruolo
come
causa o concausa di condizioni patologiche o sintomi di diversa natura.
Chi
scrive
prende
atto
che
numerose
persone
si
sottopongono
a
tali
test
e
che
prevalentemente
la
loro
motivazione
principale è quella di individuare se è nelle intolleranze la causa del loro sovrappeso.
Esistono cibi che fanno ingrassare?
I fatti
Con
gli
studi
di
Lavoiser,
risalenti
alla
seconda
metà
del
1700
si
gettarono
le
basi
per
le
attuali
conoscenze
sulla
bioenergetica.
Oggi
sappiamo
che
negli
organismi
animali
si
ha
una
perfetta
conservazione
dell'energia.
Il
calore
sviluppato
in
vivo
da
un
soggetto
è
pari
a
quello
che
gli
alimenti
che
ha
ingerito
producono
bruciando
in
una
bomba
calorimetrica .
Durante
la
vita,
ogni
parte
del
nostro
corpo
è
sottoposta
ad
un
continuo
ricambio
materiale.
I
processi
che
portano
alla
sintesi
di
nuove
strutture
avvengono
con
velocità
diverse
a
seconda
del
tessuto
che
prendiamo
in
considerazione.
Con
gli
alimenti
assumiamo
i
nutrienti
e
l'energia
necessaria
a
garantire
che
i
suddetti
processi
di
riparazione
e
sintesi avvengano con regolarità.
Quando
assorbiamo
energia
e
nutrienti
in
quantità
sufficiente
a
soddisfare
i
nostri
fabbisogni
senza
accumulare
grasso corporeo siamo in una condizione che definiamo di equilibrio energetico ed il peso si mantiene stabile.
Se
l'energia
assorbita
è
superiore
alle
esigenze
metaboliche
(bilancio
energetico
positivo)
la
frazione
in
eccesso
viene accumulata nel tessuto adiposo e il peso corporeo aumenta.
Viceversa,
quando
le
nostre
esigenze
energetiche
non
sono
soddisfatte
(bilancio
energetico
negativo),
l'organismo
per
far
fronte
alle
sue
richieste
demolisce
i
grassi
di
riserva,
evento
che
può
manifestarsi
con
una
riduzione
del
peso.
Il
nostro
organismo
è
in
grado
di
estrarre
energia
da
proteine,
carboidrati
e
grassi.
Sappiamo
che
nei
legami
che
tengono
uniti
gli
atomi
delle
suddette
molecole
c'è
una
quantità
di
energia
disponibile
per
l'uomo
pari
a
4
kilocalorie per grammo di carboidrati, 4 kilocalorie per grammo di proteine e 9 kilocalorie per grammo di grassi.
Proteine
4 kcal/gr
Carboidrati
4 kcal/gr
Grassi
9 kcal/gr
Ai
fini
del
nostro
ragionamento
dobbiamo
sottolineare
e
ricordare
che
il
valore
di
questi
coefficienti
energetici
è
indipendente dall'alimento che utilizziamo per nutrirci.
Per
fare
un
esempio
da
10
grammi
di
grassi
contenuti
nel
formaggio
le
nostre
cellule
sono
in
grado
di
estrarre
la
stessa energia (90 kcal) che estrarrebbero da 10 grammi di grassi contenuti nella soia o in qualsiasi altro alimento.
Il
nostro
organismo
non
possiede
riserve
di
proteine
o
carboidrati
(trascuriamo
volutamente
il
contenuto
di
glicogeno
-
forma
di
deposito
del
glucosio
nelle
cellule
animali
-
che
è
ininfluente
ai
fini
della
nostra
trattazione
perché potenzialmente responsabile di modeste variazioni di peso).
Se
assunti
in
eccesso,
proteine
e
carboidrati
vengono
trasformati
in
grasso
e
solo
successivamente
utilizzato
come
fonte di energia (anche il grasso nei tessuti umani fornisce 9 kilocalorie per grammo).
Tutti
i
processi
di
trasformazione
dell'energia
appena
descritti
avvengono
con
efficienza
diversa
da
soggetto
a
soggetto.
I
rendimenti
delle
vie
metaboliche
e
le
loro
caratteristiche
intrinseche
dipendono
da
una
moltitudine
di
fattori che non sono sottoposti al nostro controllo volontario e cosciente.
Riflessioni
Veniamo
a
questo
punto
alla
domanda
iniziale:
Quale
ruolo
può
avere
una
intolleranza
alimentare
in
questo
contesto?
I
sostenitori
del
ruolo
causale
delle
intolleranze
alimentari
nell'aumento
di
peso,
per
quanto
io
ne
sappia,
non
lo
spiegano.
Ma
anche
nel
caso
in
cui
tali
meccanismi,
immunologici
ed
extraimmunologici
che
dovrebbero
essere
alla
base
delle
reazioni
di
intolleranza
alimentare,
non
fossero
noti
ma
solo
ipotizzati,
chi
sostiene
tale
rapporto
di
causa-effetto
dovrebbe
concordare
con
chi
scrive
che
dovrebbe
essere
dimostrata
ed
osservata
una
riduzione
del
fabbisogno energetico in seguito all'assunzione di alimenti non tollerati.
Se
fosse
realmente
l'intolleranza
ai
cibi
a
determinare
la
deposizione
del
grasso
corporeo,
in
quantità
superiore
a
quanto
avviene
quando
gli
stessi
alimenti
sono
assorbiti
da
un
soggetto
non
intollerante,
dovremmo
dimostrare
un
legame
fra
efficienza metabolica e l'intolleranza alimentare.
A
parità
di
tutte
le
altre
condizioni
(quantità
di
cibo
e
livello
di
attività
fisica)
l'energia
contenuta
in
un
alimento
dovrebbe
depositarsi
nel
tessuto
adiposo
dei
soggetti
intolleranti
con
maggiore
efficienza
di
quanto
non
avvenga
nei soggetti non intolleranti.
In
realtà
gli
articoli
sulle
intolleranze
alimentari
che
ho
avuto
modo
di
leggere
non
affrontano
l'argomento
in
questi
termini
e
non
dimostrano
quanto
sostenuto
poc'anzi,
sostengono
semplicemente
che
in
alcuni
soggetti
l'obesità è associata alle intolleranze alimentari e in alcune pubblicazioni questo legame non emerge.
Trovare
una
relazione
fra
due
grandezze
non
significa
necessariamente
dimostrare
che
esiste
un
rapporto
di
causa effetto fra le due variabili.
Per
fare
un
esempio,
nelle
società
industrializzate
esiste
una
correlazione
fra
obesità
infantile
e
ore
trascorse
davanti alla televisione, ma sarebbe superficiale concludere che la televisione è la causa dell'obesità.
Un'analisi
neanche
troppo
approfondita
ci
porta
a
dimostrare
con
facilità
che
i
bambini
guardando
la
televisione,
seduti
in
poltrona,
mangiando
patatine
fritte
ed
altri
alimenti
ricchi
di
grassi,
realizzano
senza
difficoltà
un
bilancio
energetico
positivo.
Se
i
bambini
guardassero
la
TV
facendo
cyclette
o
mangiando
lattuga
e
bevendo
solo
acqua
le
cose sarebbero probabilmente diverse.
In
alcuni
studi
realizzati
per
valutare
il
potenziale
ruolo
del
consumo
di
pizza
sul
rischio
di
cancro
e
di
infarto
del
miocardio,
è
stato
osservato
che
un
consumo
regolare
di
pizza
era
associato
a
una
riduzione
del
tumore
al
cavo
orale,
faringe,
esofago
e
colon
e
una
riduzione
di
infarto
del
miocardio
acuto.
Gli
autori
affermano
però,
nelle
conclusioni
degli
studi,
che
la
pizza
poteva
essere
semplicemente
un
indicatore
di
una
sana
alimentazione.
Sarebbe
infatti
difficile,
sostenere
che
mangiare
regolarmente
pizza
senza
osservare
le
altre
indicazioni
fornite
dalle
principali
agenzie
per
lo
studio
e
la
prevenzione
del
cancro,
rappresenti
una
valida
strategia
per
non
ammalarsi di tumore.
Così,
analogamente
alla
pizza,
l'obesità
nei
soggetto
che
mostrano
anche
una
intolleranza
alimentare,
rappresenta
semplicemente
un
indicatore
di
una
alimentazione
complessivamente
squilibrata
ed
eccedente.
Le
alterazioni
e
gli
squilibri
metabolici,
di
cui
l'obesità
è
il
segno
tangibile,
potrebbero
manifestarsi
anche
con
una
risposta
positiva
ad
alcuni test di laboratorio, utilizzati normalmente per valutare il livello di intolleranza al cibo, ma questo non può portarci
a concludere che l'intolleranza ai cibi è la causa dell'eccesso ponderale.
Proviamo
a
questo
punto
ad
immaginare
un
ipotetico
scenario,
in
cui
due
soggetti,
A
e
B,
con
A
intollerante
all'alimento X, mangino la stessa quantità del cibo sospetto.
Ammettiamo
che
l'energia
in
esso
contenuta
sia
di
1000
kcal
e
sufficiente
a
creare
in
entrambi
una
condizione
di
equilibrio energetico secondo la definizione fatta in precedenza.
Considerando
che
non
è
possibile
creare
energia,
sostenere
che
l'alimento
X
sia
responsabile
della
deposizione
di
grasso
nel
soggetto
A
significa
sostenere
che
l'interazione
di
X
con
A
induce
un
bilancio
energetico
positivo
attraverso la riduzione del dispendio energetico, evento che non è mai stato osservato e dimostrato.
In
realtà,
da
circa
un
secolo
sappiamo
che
in
seguito
all’assunzione
di
cibo
si
può
osserva
un
aumento
del
metabolismo basale.
È
evidente
che
l'ipotesi
per
cui
la
razione
X
sia
per
entrambi
eccedente
non
ha
senso
discuterla,
in
quel
caso
la
deposizione
di
grasso
sarebbe
vera
per
entrambi
i
soggetti
e
determinata
sicuramente
dal
bilancio
positivo
realizzato.
Finora abbiamo ipotizzato l'assorbimento dell'alimento potenzialmente non tollerato.
Se
invece,
come
nel
caso
delle
intolleranze
che
conosciamo,
i
nutrienti
non
venissero
assorbiti
non
potrebbero
fornire energia.
In
questo
caso
per
giustificare
la
deposizione
di
grasso
corporeo
dovremmo
necessariamente
sostenere
che
in
seguito
all'interazione
dell'alimento
con
la
parete
intestinale
si
attivino
dei
meccanismi
in
grado
di
ridurre
il
fabbisogno
energetico
e
avviare
tutte
quelle
vie
metaboliche
in
grado
di
trasformare
in
grasso
gli
altri
nutrienti
disponibili (proteine e carboidrati) allontanandoli di fatto dalle loro funzioni principali (3).
Un
meccanismo
simile
appare
molto
improbabile
ed
anche
la
lettura
in
chiave
evoluzionistica
non
convince.
Quale
vantaggi
evolutivo
determinerebbe
la
sintesi
e
deposizione
di
grasso
quando
l'organismo
non
assorbe
nutrienti?
In
realtà,
i
dati
in
nostro
possesso
e
più
semplicemente
l'esperienza
quotidiana,
dimostrano
esattamente
il
contrario.
In
assenza
di
cibo
e
quindi
di
assorbimento
nutritivo
si
attivano
dei
meccanismi
che
portano
alla
demolizione
dei
grassi
nel
tessuto
adiposo.
L'esistenza
infatti
di
quello
che
oggi
viene
definito
più
correttamente
organo
adiposo
si
spiega
proprio
sostenendo
il
suo
importantissimo
compito
come
fonte
di
energia
nei
periodi
di
carenza
alimentare.
Conclusioni
Vorrei
concludere
rispondendo
ai
tanti
che
si
chiedono
perché
parenti
ed
amici,
dopo
essersi
sottoposti
ai
test
di
intolleranza alimentare ed eliminato gli alimenti sospetti, perdono peso.
La
risposta
è
ovvia,
la
totale
eliminazione
degli
alimenti
proibiti
in
seguito
ai
test
e
che
frequentemente
rappresentano
la
maggior
parte
degli
alimenti
normalmente
utilizzati
(pane,
pasta,
pizza,
formaggio
e
tutto
ciò
che
è
associato
ad
essi
come
olio
e
condimenti
vari),
determina
una
significativa
riduzione
dell'apporto
di
energia
rendendo negativo il bilancio. Tutto qui.
Da non trascurare poi le numerose implicazioni psicologiche, componenti essenziali di queste situazioni.
è
più
semplice
e
meno
impegnativo
ricondurre
a
un
gruppo
di
alimenti
specifici
la
causa
del
nostro
eccesso
ponderale,
anziché
indagare
più
a
fondo
e
mettere
in
discussione
il
nostro
stile
di
vita
nel
suo
complesso,
cercando
di
capire
quali
sono
le
vere
ragioni
che
finiscono
per
farci
assumere
più
cibo
di
quanto
sia
per
noi
necessario, unica vera causa dimostrata dell'aumento di grasso corporeo.
Prima pubblicazione online 20 Dicembre 2003
SSNV
Lavoro per migliorare la tua salute psicofisica
Pagina aggiornata il 25 ottobre 2024
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