Dottor Lorenzo Corsi - Biologo Nutrizionista
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Alimentazione e terapia anticoagulante orale
Nell'uomo l'apparato circolatorio è un sistema chiuso costituito dal cuore e dai vasi (arterie e vene).
Fra
i
numerosi
fattori
indispensabili
per
il
buon
funzionamento
del
sistema
circolatorio,
uno
essenziale
è
costituito
dalla
sua
tenuta,
tale
da
assicurare
che
in
nessun
punto
si
abbia
perdita
di
sangue.
Molte
sono
le
cause
che
possono
provocare
lesioni
a
carico
di
vasi
sanguigni,
in
questi
casi
l'arresto
delle
emorragie
(emostasi)
è
affidata
ad un meccanismo che entra automaticamente in azione in seguito a soluzione di continuità della parete vasale.
Dopo
una
lesione
della
parete
di
un
vaso
una
serie
di
reazioni
porta
alla
formazione
della
fibrina,
molecola
proteica
che
rafforza
e
rende
compatto
il
tampone
di
piastrine.
Ogni
stadio
della
cascata
di
reazioni
è
caratterizzato
dalla
presenza
di
enzimi,
da
un
cofattore
proteico
non
enzimatico,
dal
calcio
ione
(Ca++)
e
da
una
superficie
organizzatrice
fornita
dalle
piastrine.
Fra
i
fattori
implicati
in
questo
meccanismo
alcuni
debbono
subire
modifiche dipendenti dalla vitamina k.
Esistono
condizioni
in
cui
si
rende
necessario
assumere
sostanze
che
alterano
il
processo
della
coagulazione
al
fine
di
garantire
una
azione
contrastante
la
formazione
di
trombi.
Lo
scopo
del
presente
scritto
è
quello
di
conoscere se e come l'alimentazione incidere sull'efficacia della terapia anticoagulante orale (TAO).
Il
fegato
è
l'organo
che
sintetizza
le
proteine
implicate
nella
coagulazione
e
la
vitamina
k
prende
parte
alla
formazione
di
alcuni
fattori
indispensabili
a
questo
processo.
La
vitamina
k
è
presente
in
due
forme:
attiva
e
inattiva.
La
forma
attiva,
prendendo
parte
alle
reazioni
necessarie
alla
produzione
di
alcune
sostanze
suddette
si
modifica inattivandosi.
Gli
enzimi
deputati
alla
successiva
riconversione
della
vitamina
nella
forma
attiva
sono
estremamente
sensibili
all'azione
degli
anticoagulanti
che,
inibendo
la
tappa
che
conduce
all'attivazione
della
vitamina
k,
modificano
il
livello dei fattori della coagulazione.
Dopo
l'assunzione
del
farmaco
anticoagulante
si
viene
quindi
a
realizzare
un
nuovo
equilibrio,
dipendente
dalle
velocità
di
sintesi
e
di
degradazione
delle
varie
sostanze,
in
cui
la
concentrazione
di
vitamina
k
gioca
un
ruolo
importante.
Nei
soggetti
sottoposti
a
TAO,
per
evitare
emorragie
da
sovradosaggio
o
da
variazioni
individuali
di
risposta
agli
anticoagulanti,
è
necessario
individuare
un
nuovo
equilibrio
in
cui
sia
presente
l'effetto
antitrombotico
e
contemporaneamente sia garantita la capacità emostatica.
Poiché
la
vitamina
k
è
presente
in
molti
alimenti
in
quantità
variabile,
è
corretto
domandarsi
se
l'assunzione
irregolare
di
tali
cibi
può
essere
fonte
di
disturbo
per
la
terapia
farmacologica
con
anticoagulanti
e
quale
ruolo
può svolgere l'alimentazione nel mantenere la stabilità dei parametri della coagulazione.
L'influenza
della
dieta
non
è
stata
studiata
molto,
sono
stati
segnalati
casi
di
instabilità
agli
anticoagulanti
dovuta
ad un apporto elevato di vegetali contenenti vitamina k o a cambiamenti delle abitudini dietetiche.
Alcuni
studi
hanno
mostrato
che
singole
assunzioni
di
cibi
ricchi
di
vitamina
k
e
moderate
quantità
di
vino
possono
essere
tollerate
da
soggetti
con
una
funzionalità
epatica
normale.
Altri
hanno
evidenziato
che
anche
una
singola
assunzione
giornaliera
di
1000
µg
di
vitamina
k
può
causare
un
indesiderato
incremento
dell'attività
coagulante
del
plasma
che
può
durare
alcuni
giorni
dopo
il
ritorno
ad
una
dieta
con
un
ridotto
contenuto
di
vitamina.
Considerando
che
è
possibile
assumere
quantità
di
vitamina
k
superiori
a
1000
µg
con
la
normale
alimentazione
e
visto
che
in
alcuni
studi
i
soggetti
in
TAO
sottoposti
ad
una
dieta
con
un
contenuto
di
vitamina
k
compreso
fra
20-
40
microgrammi
giornalieri,
hanno
fatto
registrare
un
incremento
del
numero
dei
test
nei
range
terapeutici
(dal
53%
(dieta
di
controllo)
all'84%
(dieta
a
ridotto
e
costante
apporto
di
vitamina
k)),
è
stato
suggerito
che
pazienti
poco
controllati
se
si
escludono
interazioni
farmacologiche,
malattie
intercorrenti
o
scarsa
collaborazione
dovrebbero essere sottoposti a trattamento dietetico.
I
dati
a
disposizione
ci
portano
pertanto
a
ritenere
che
un
controllo
dell'alimentazione
può
essere
utile
per
aumentare
il
numero delle persone, sottoposte a TAO, nei range terapeutici.
Il
consumo
quotidiano
di
ortaggi
e
frutta
abbassa
il
rischio
per
numerose
malattie
e
aiuta
a
ridurre
la
densità
energetica
dei
pasti,
condizione
necessaria
per
minimizzare
i
fattori
di
rischio
cardiovascolare
come
il
sovrappeso,
l'ipertensione, l'eccesso di colesterolo e l'iperglicemia (obiettivi spesso perseguiti anche dai soggetti in TAO).
Per
i
numerosi
effetti
protettivi
che
un
consumo
regolare
di
prodotti
vegetali
comporta,
la
loro
proibizione
nei
soggetti
in
TAO
dovrebbe
essere
adeguatamente
valutata
anche
alla
luce
del
ruolo
positivo
svolto
dalla
vitamina
k
sulla
densità
ossea.
Poiché
basse
assunzioni
di
vitamina
k
nelle
donne
sono
state
associate
ad
una
ridotta
densità
ossea
e
ad
un
aumento
del
rischio
di
fratture
(American
Journal
of
Clinical
Nutrition,
2003),
è
preferibile
adoperarsi
per
rendere
possibile
una
assunzione
costante
e
regolare
di
ortaggi
a
contenuto
noto
di
vitamina
k
al
fine
di
ottimizzare
lo
stato
di
nutrizione
e
mantenere
la
stabilità
dell'INR
anziché
proporre
inutili
e
dannose
restrizioni alimentari.
Nella
Guida
alla
Terapia
Anticoagulante
Orale
per
Medici
di
Medicina
Generale
FCSA
-
SIMG
si
legge
infatti
che
"
Una
dieta
a
contenuto
noto
in
vitamina
K
può
essere
somministrata
a
pazienti
con
cattivo
controllo
della
terapia
con
anticoagulanti
orali
...................
può
non
essere
importante
trattare
i
pazienti
con
diete
a
basso
contenuto
in
vitamina
K
a patto che esso, anche se dell'ordine di 300-400 ìg/die, sia mantenuto costante
".
Aggiornamento (9 aprile 2020)
Negli
ultimi
anni,
la
gamma
di
possibili
strategie
terapeutiche
si
è
notevolmente
rafforzata
grazie
all’aggiunta
di
nuovi
anticoagulanti
orali
(NAO)
che
hanno
meccanismi
d’azione
del
tutto
differenti
da
quelli
dei
tradizionali
warfarin
e
dei
derivati
cumarinici.
I
nuovi
agenti
attualmente
disponibili
non
hanno
alcun
tipo
di
interazione
con
gli alimenti.
Lavoro per migliorare la tua salute psicofisica
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