Dott. Lorenzo Corsi C- Biologo Nutrizionista 349.67.00.453
CF: CRSLNZ62H07B832N - PI: 00617750450
Gestione del peso
Gli
esempi
più
importanti
di
un
singolo
carattere
influenzato
da
molti
fattori
si
hanno
quando
si
esamina
la
variabilità
morfologica,
fisiologica
e
psicologica.
I
caratteri,
come
la
statura
e
il
peso,
la
pressione
sanguigna
e
l'intelligenza
sono
assai
lontani
dall'espressione
immediata
dei
geni
e
si
originano
attraverso
una
serie
di
complessi
processi
di
sviluppo in cui i fattori ambientali rivestono un ruolo essenziale.
Nella
nostra
società
si
sta
assistendo
al
tentativo
di
ridurre
tutto
ai
geni
e
di
spiegare
i
fenomeni
complessi
della
biologia
e
della
psicologia
ricorrendo
solo
ad
essi.
Quando
gli
organi
di
informazione
danno
la
notizia
della
scoperta
del
gene
"per"
senza
chiarirne
il
reale
significato
si
corre
il
rischio
di
ingenerare
false
speranze
e
di
spianare
la
strada
ad
un
determinismo
genetico
potenzialmente
pericoloso
sul
piano
culturale.
Sicuramente
molti
problemi
che
ci
affliggono
potranno
essere
affrontati
e
risolti
con
i
risultati
delle
ricerche
in
campo
genetico
e
molecolare,
ma
in
molti
altri
casi
difficilmente
potremmo
trasferire
la
nostra
responsabilità
su
una
pillola
o
un
gene.
Il
riduzionismo
come
metodo
di
indagine
ha
permesso
di
ottenere
numerosi
risultati
in
campo
biologico
ma
i
problemi
di
bilancio
energetico
non
potranno
essere
ricondotti
semplicisticamente
a
geni
"difettosi".
Relativamente
al
controllo
del
peso,
pensare
che
tutto
sia
nei
geni
conduce
inevitabilmente
a
ritenere
che
la
condizione
di
sovrappeso
sia
indipendente
dalla
nostra
volontà
e
induce
a
ricercare
soluzioni
nei
farmaci
e
negli
interventi
chirurgici.
Indubbiamente
i
fattori
genetici
(non
modificabili)
hanno
molta
importanza
nello
stabilire
la
distribuzione
del
tessuto
adiposo
e
le
forme
corporee
ma
enfatizzare
oltre
misura
il
loro
ruolo
può
portare
a
ritenere
che
soggetti
con
una
tendenza
maggiore
di
altri
ad
accumulare
tessuto
adiposo siano destinati all'obesità.
Avere
una
"predisposizione
per"
non
significa
"essere
destinati
a"
ed
un
peso
sufficientemente
basso
da
ridurre
i
rischi
legati
all'eccesso
di
tessuto
adiposo
è
possibile
mantenerlo
accettando
l'esistenza
di
un
peso
limite,
caratteristico
per
ognuno,
al
di
sotto
del
quale
non
si
può
scendere
senza
assistere
a
tutta
una
serie
di
modificazioni
biologiche
e
psicologiche
che
portano
a
mangiare
in
eccesso.
Lo
schema
mostra
ciò
che
frequentemente
accade
quando,
al
fine
di
ridurre
il
sovrappeso,
ci
lasciamo
convincere,
da
persone
poco
attente
ai
nostri
bisogni,
ad
adottare
soluzioni
semplicistiche
che
solitamente
prevedono
l'uso
(ingiustificato)
di
alimenti
particolari
(spesso
ad
alto
apporto
di
proteine
e
privi
di
carboidrati,
tanto
costosi
quanto
inutili)
o
l'eliminazione
di
pane,
pasta
ed
altre
fonti
di
carboidrati
complessi
giustificati
da
test
ed
esami dal sapore magico ma senza alcuna validità scientifica.
Prima
di
iniziare
un
programma
di
dimagrimento,
è
perciò
necessario
individuare
con
l’aiuto
di
un
professionista
un
peso
di
riferimento
il
più
realistico
possibile
e
valutare
in
modo
sufficientemente
esatto
i
limiti
che
la
nostra
costituzione
e
stile
di
vita
ci
impongono.
Nella
valutazione
di
questo
limite
non
deve
essere
trascurato
il
fatto
che
nelle
donne,
dall'adolescenza
in
poi,
la
quantità
di
tessuto
adiposo
è
normalmente
maggiore
a
quella
dell'uomo
e
che
è
in
intima
relazione
con
la
capacità
di
riproduzione.
É
noto
che
una
riduzione
del
grasso
al
di
sotto
di
un
certo
valore
può
essere
responsabile
di
alterazioni
dell'ovulazione
e/o
amenorrea.
In
molti
casi
l'amenorrea
conseguente
alla
riduzione
del
peso
viene
vissuta
dalle
ragazze
e
dalle
loro
madri
come
una
malattia
e
ciò
le
spinge
a
ricercare
nei
farmaci
la
soluzione
al
“problema”.
In
alcuni
casi
l'assunzione
di
estrogeni,
impedendo
di
considerare
l'amenorrea
come
un
sintomo
di
una
realtà
più
complessa
che
potrebbe
celare
un
disturbo
del
comportamento
alimentare,
si
rivela
controproducente
e
pericolosa.
Riconoscere
invece
che
la
cessazione
o
l'irregolarità
del
ciclo
mestruale
possono
essere
una
conseguenza
di
una
riduzione
della
massa
grassa
e
di
un'alimentazione
sbilanciata
e
carente,
orienterebbe
le
persone
interessate
verso
un
approccio
più
adeguato
alla
complessità
di
un
problema che tale evento spesso nasconde.
La
stima
della
composizione
corporea
è
possibile
ottenerla
mediante
strumenti
facilmente
reperibile
in
commercio,
ma
la
corretta
interpretazione
dei
dati
forniti
da
metodiche
come
la
bioimpedenziometria
(BIA)
e/o
la
plicometria
non
può
prescindere
dalla
conoscenza
di
quei
fattori
che,
influenzando
la
misura,
possono
compromettere
e
rendere
inattendibile
il
risultato.
Sarà
opportuno
quindi
valutare
attentamente
e
con
attenzione
i
risultati
che
questi
strumenti ci forniscono.
Suggerimenti utili per affrontare l'obesità ed il sovrappeso
•
Valutare attentamente l'entità dell'eccesso di grasso corporeo.
•
Non
usare
formule
o
tabelle
di
riferimento
peso-altezza
per
individuare un peso ideale.
•
Perseguire obiettivi realistici.
•
Convincersi
che
le
diete
miracolose
in
grado
di
risolvere
il
problema per noi non esistono.
•
Liberarsi dai rituali dietetici.
•
Recuperare un rapporto sereno e non ansiogeno con il cibo.
•
Evitare
soluzioni
che
prevedono
un
ossessivo
calcolo
delle
calorie
e/o un elenco di divieti e proibizioni.
•
Accettare
i
tempi
ed
i
limiti
che
il
nostro
corpo
impone
se
non
si
vuole iniziare una battaglia persa in partenza contro noi stessi.
•
Adottare
uno
stile
di
vita
che
comporti
un
aumento
del
livello
dell'attività
fisica,
quest'ultima
se
eseguita
regolarmente
e
adattata alle nostre capacità offre solo dei vantaggi.
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